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      Maria ha imparate le vocali con prontezza sufficiente. A mezza lezione è entrato lo zio Piero e ha esclamato: "Oh povero me!". Poi, malgrado le mie proteste, ha molto compianto Maria. Ella ha risposto che studiava per scrivere a papà. "Scrivere a papà" è la sua idea fissa e io credo che se la facessi scrivere conducendole la mano, perderei forse il più forte stimolo che posso adoperare con lei come maestra di lettura, poiché sa che prima di scrivere deve imparare a leggere. Il suo affetto per te vien sempre fuori con una mistura di amor proprio. Parla come se fosse un bisogno, non suo ma tuo, mio, dell'universo intero che Ombretta Pipì scriva a papà. Uno di questi giorni mi udì sgridar la Veronica perché ha la cattiva abitudine di buttar dalla cucina l'acqua sporca sul carrubo che n'è intristito. Ricordai alla Veronica, naturalmente, quanto il carrubo è caro a te. Maria l'udiva che brontolava tra sé contro il povero carrubo perché manda ombra in cucina e gli augurava di crepare. "Taci!", le intimò Maria con una forza inesprimibile. "Ti mando via se non taci." L'altra la rimbeccò e Maria fuori a piangere. Io udii e accorsi. "Perché piangi?" "Perché la Veronica dice brutte parole alla pianta di papà." Bisognava vedere che visetto irritato! Adesso fa lei la guardia al carrubo, non se ne allontana senza una predica alla Veronica e prende un'aria d'importanza come se la vita del carrubo fosse affidata a lei. Ogni mattina, quando va in giardinetto, corre lì e dice: "Stai bene, pianta?


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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