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      A Casarico andò dal professore per offrirgli un ritrovo a casa sua con la fidanzata per l'indomani alle due. Nel congedarsi gli domandò se possedesse ancora le carte Maironi. Il professore, meravigliato della domanda inattesa, rispose di sì e ne aspettava una spiegazione; ma Luisa partì senz'altro. Le premeva di esser a casa, non potendo far conto per la custodia di Maria né sullo zio né sulla Cia e fidandosi poco della servetta licenziata. Trovò la Maria sul sagrato, sola, e sgridò la Veronica. Poi andò in camera, si pose a scrivere a Franco.
      Scriveva da cinque minuti quando udì un bussar leggero alla finestra dello stanzino attiguo. Quella finestra guarda sopra una scaletta che mette dal sagrato a certe stalle e quindi ad una scorciatoia per Albogasio Superiore. Luisa andò nello stanzino e vide all'inferriata il viso rosso, scalmanato della Pasotti che le fece segno di tacere e le domandò se avesse visite. Udito che no, la signora Barborin diede due frettolose occhiate in alto e in basso, corse giù per la scaletta ed entrò in casa tutta trepidante.
      Povera donna, era in terreno proibito e non aveva in mente che lo spettro di Pasotti furibondo. Pasotti era a Lugano. Oh Signore, sì, era a Lugano! Dato a Luisa quest'annuncio, la disgraziata creatura cominciò a stralunar gli occhi e a contorcersi. Pasotti era a Lugano per il gran pranzo dell'indomani, per le provviste. Come, Luisa non sapeva di questo pranzo? Non sapeva chi ci sarebbe venuto? Ma la marchesa, la signora marchesa Maironi!


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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