Pasotti, non vedendo Friend, s'informò subito di lui con ossequiosa premura: "E 'l Friend? Poer Friend!" benché se lo avesse avuto nelle granfie, solus cum solo, quel brutto diavolaccio ringhioso che sciupava i calzoni a lui e le sottane a sua moglie, lo avrebbe strozzato con gioia. Friend era infermo da due giorni. Tutta la brigata si commosse e lamentò il caso con la segreta speranza che il maledetto mostro fosse per crepare. La Pasotti vedendo tante bocche parlare, tante facce diventar contrite, e non udendo una parola, suppose che si discorresse di Oria, si rivolse al Paolon suo vicino, lo interrogò con gli occhi, spalancando la bocca, indicando col dito la direzione di Oria. Il Paolon le fece segno di no. "Parlen del cagnoeu", diss'egli. La sorda non intese, fece "ah!" e prese, a caso, un'aria compunta.
Friend mangiava troppo e troppo bene, soffriva d'una malattia schifosa. Il Paolin e il curato di Puria diedero premurosi consigli. Il prefetto della Caravina aveva espresso altrove la temperata opinione che fosse da buttarlo nel lago con la sua padrona al collo. Mentre si parlava con tanto interesse della bestia di casa, egli pensava a Luisa stravolta, livida, come l'aveva vista la mattina, quando s'era opposta come una forsennata, prima alla chiusura della bara, poi al trasporto, e quando nel cimitero aveva gettato lei con le sue proprie mani la terra sulla sua bambina, dicendole d'aspettarla e che sarebbe presto discesa a giacer con lei e che quello doveva essere il loro paradiso.
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