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      Se si parlava con interesse del rognoso Friend, i fantasmi della bambina morta e della madre disperata erano però nella sala. Quando nessuno seppe più che dire del cane e vi ebbe un momento di silenzio, i due fantasmi squallidi furono uditi da tutti domandar che si parlasse di loro; e ciascuno li vide negli occhi della persona che li amava, la sorda Pasotti. Suo marito cercò subito una diversione, propose al signor Giacomo un problema di tarocchi. Uno scartante che ha tre cartine, tutte figure, una dama e due cavalli, e ha pure il matto, cosa deve fare? Scartare la dama e un cavallo o i due cavalli? Il signor Giacomo si mise a soffiare a tutto vapore, gonfiando le gote rosse e il cravattone bianco: "Apff! No. Controllore gentilissimo, no, La me dispensa. Da le dame no digo ma dai cavai mi son stà sempre lontan. Apff!". Gli altri tarocchisti raccolsero in fretta il problema, i fantasmi non furono più uditi e ciascuno respirò.
      Erano le nove. Alle nove, di solito, il cameriere entrava con due candele accese e apparecchiava il tavolino del tarocco in un angolo della sala, fra il gran camino e il balcone di ponente. Allora la marchesa si alzava e diceva con la sua flemma sonnolenta:
      Se creden
      .
      I due o tre presenti rispondevano "sem chì" e incominciava l'entro in tre o la partita in quattro.
      Il vecchio cameriere, affezionatissimo a don Franco, esitò, quella sera, a portare i lumi. Non gli pareva possibile che la padrona e i signori avessero il coraggio di giuocare. Alle nove e cinque minuti, non vedendolo entrare, ciascuno commentò il ritardo fra sé. Il Paolin, prima di entrar in casa, aveva sostenuto contro il prefetto che non si sarebbe giuocato.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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