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      , riprese Franco. "Dovrò prendere la montagna."
      Nessuna risposta.
      Il giovane disse sottovoce: "Luisa!". Rimprovero, dolore, passione: tutto questo era nel suo richiamo. Le mani di Luisa, che mai non avevano smesso il lavoro, si fermarono. Ella mormorò:
      Non sento più niente. Sono un sasso
      .
      Franco si sentì mancare, baciò sua moglie sui capelli, le disse addio, entrò nell'alcova, s'inginocchiò, abbracciò il lettuccio voto, pensò alla vocina del suo tesoro: "ancora un bacio, papà", ebbe un assalto di pianto, si contenne, corse via precipitosamente.
      Gli amici lo attendevano in sala impazienti. Come partire se non conoscevan le strade? L'avvocato conosceva la strada di Boglia, sì, ma era da prendere, volendo sfuggire alle guardie? Quando udirono che Franco intendeva andare a Cressogno rimasero sbalorditi. Pedraglio uscì dai gangheri, disse ch'era un'indegnità di piantar così gli amici nell'imbarazzo. Il prefetto, udito come le cose stavano, s'unì a Pedraglio, offerse di giustificare Franco, gli propose di scrivere due parole ch'egli avrebbe portate a Cressogno. Ma Franco aveva l'idea che la sua Maria volesse da lui questa cosa e non cedette. Gli venne in mente che il prefetto era pratico di tutti i sentieri come una lepre. "Va' tu!", gli diss'egli. "Accompagnali tu!" Il prefetto stava per rispondere che forse la marchesa potrebbe aver bisogno di lui, quando l'avvocato fece: "Zitto! guardate".
      Proprio davanti alla casa, dove l'ombra del monte Bisgnago si profilava sull'acqua ondulando, c'era una barca ferma.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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