Vista, tra il fosco e il chiaro, la tuba del padrone, diede volta e via a gambe.
Brutta ladra
, fece il prefetto. "Benone. Il travestimento va benone." In cinque minuti furono sulla strada di Boglia. Il prefetto ridiscese, udì persone che salivano da Albogasio Superiore discorrendo di gendarmi e di guardie, andò loro incontro, domandò che ci fosse di nuovo. Una bagatella. Polizia, gendarmi, soldati a casa Ribera per arrestare don Franco Maironi e pare anche l'avvocato V., perché sapevano che ci doveva essere e hanno molto domandato di lui. Non hanno trovato né l'uno né l'altro benché le guardie di finanza sieno state di piantone intorno alla casa fin dalla mezzanotte. Adesso la Polizia perquisisce tutte le case di Oria ritenendo che i due sieno scappati per il tetto. Mentre si danno queste informazioni al prefetto, ecco un ragazzo venir di corsa dalla parte di Albogasio Superiore. Lo fermano. "I gendarmi!", dice. "I gendarmi!" È pallido come un cencio lavato e scappa senza saper perché, non gli si può cavare dove questi gendarmi sieno. Arriva una donna che si spiega meglio. Quattro guardie di finanza e quattro gendarmi sono passati in questo punto dalla piazza di Albogasio Superiore. Pare che don Franco sia stato veduto sulla strada di Castello. Due gendarmi e due guardie hanno preso la strada di Boglia. Il prefetto rabbrividisce. "Già", dice qualcuno. "La strada di Boglia per tagliargli il passo." Questa è la speranza del prefetto, che gendarmi e guardie abbiano di mira il solo Franco.
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