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      Dunque
      , disse lo zio, "sono andato alla Ricevitoria. Il Ricevitore è a letto con l'itterizia, ma ho parlato col Sedentario."
      Di che cosa, zio?
      Di Lugano, della tua andata a Lugano il 25. Mi ha detto che chiuderà un occhio e che passerai.
      Luisa tacque, stette a guardar il fuoco meditabonda. Poi diede certi ordini alla Leu per l'indomani e pregò lo zio di venire in salotto con lei.
      Cosa serve?
      , diss'egli con la solita semplicità. "Non avrai gran segreti. Stiamo qui che c'è il fuoco."
      La Cia accese il lume. "Usciremo noi", diss'ella.
      Lo zio fece la sua solita smorfia di compassione per le altrui sciocchezze ma tacque, bevve il suo bicchier di latte e lo porse silenziosamente a Luisa. Luisa prese il bicchiere e disse piano:
      Non ho ancora deciso
      .
      Cosa?
      , fece lo zio bruscamente. "Cosa non hai deciso?"
      Se andrò all'Isola Bella.
      Euh! Che diavolo?
      Lo zio Piero non la poteva neanche intendere una cosa simile.
      E perché non andresti?
      Ella rispose con tranquillità, come se dicesse una cosa ovvia:
      Ho paura di non poter lasciare Maria
      .
      Ah senti!
      , fece lo zio. "Siediti là."
      Le additò il sedile in faccia, sotto la cappa del camino, lasciò le molle e disse con quella sua voce grave, onesta voce del cuore:
      Cara Luisa, hai perso la bussola
      .
      E alzate le braccia con un "euh!" profondo, le lasciò ricadere sulle ginocchia.
      Persa!
      , diss'egli. Stette un poco in silenzio, a capo chino, porgendo le labbra con un brontolio di parole in formazione, che poi uscirono.
      Cose che non avrei mai creduto! Cose che paiono impossibili.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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