Ma quando
(così dicendo rialzò il capo e guardò Luisa in faccia) "si comincia a perderla, la bussola, l'è fatta. E tu, cara, hai cominciato a perderla da un pezzo."
Luisa trasalì.
Eh sì!
, esclamò lo zio a gola piena. "Hai cominciato a perderla da un pezzo. Ed è questo che volevo dirti. Senti: mia madre ha perso dei figli, tua madre ha perso dei figli, ho visto tante madri perdere dei figli e nessuna faceva come te. Ci vuol altro, siamo tutti mortali e dobbiamo accettare la nostra condizione. Si rassegnavano. Ma tu, no. E questo cimitero! E queste due, tre, quattro visite al giorno! E questi fiori, e cosa so io, oh povero me! E anche queste scempiaggini che fai a Casarico con quell'altro povero imbecille, che voi credete farle in segreto e tutti ne parlano, persino la Cia! Oh povero me!"
No, zio
, disse Luisa tristemente ma tranquillamente. "Non dir queste cose. Non puoi capire."
Siamo intesi
, rispose lo zio con tutta l'ironia di cui era capace. "Non posso capire. Ma poi ce n'è un'altra. Tu non vai più in chiesa. Io non ti ho mai detto niente perché in queste cose il mio principio è stato sempre di lasciar fare a ciascuno quel che crede; ma quando ti vedo perdere, dirò così, il buon senso e anche il senso comune, non posso a meno di farti riflettere che se si voltano le spalle a Domeneddio, si fanno di questi guadagni. Adesso poi questa idea di non voler andare a vedere tuo marito, in circostanze simili, passa tutti i limiti." "Vuol dire", riprese dopo una breve pausa, "che ci andrò io.
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