Sono tredici ore. Forse dopo non ti darò noia mai più
. In quel punto entrò lo zio Piero e annunciò che il pranzo era pronto. Luisa prese la mano di suo marito, gliela strinse in silenzio, non con la stretta d'un'amante, ma pure abbastanza forte per significargli ch'era una commossa risposta.
A pranzo né Luisa né Franco mangiarono. Invece lo zio mangiò con appetito e parlò molto. Egli non approvava che Franco prendesse le armi. "Che soldato vuoi riuscire tu?", gli diceva. "Cosa farai senza la canfora, l'acqua sedativa e il cossa soja mi?" Franco dichiarò che aveva buttato via tutti i rimedi, che si sentiva di ferro, che sarebbe stato il più robusto soldato del 9°. "Sarà!", brontolò lo zio. "Sarà! E tu, Luisa, non dici niente?" Luisa rispose ch'era persuasa di quanto aveva detto suo marito. "N'occor alter!", fece lo zio. "Evviva!" Egli aveva poi anche un gran concetto della potenza austriaca e non vedeva roseo come Franco. Secondo Franco, non c'era da dubitare della vittoria. Egli aveva veduto un aiutante di Niel venuto segretamente a Torino, gli aveva udito dire ad alcuni ufficiale piemontesi di Stato Maggiore: "Nous allons supprimer l'Autriche". Certo, bisognava lasciare almeno cinquantamila cadaveri italiani e francesi tra il Ticino e l'Isonzo.
Scusi, signore
, disse il cameriere che serviva. "Mi pare che il signore parlasse di entrare nel 9° reggimento!"
Sì!
Brigata Regina. Brava brigata. Io ho servito nel 10°. Ci siamo fatti onore nel 1848, ehi! Goito, Santa Lucia, Governolo, Volta!
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