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      Dopo aver lamentato, tutte a una voce, la fortunatissima recrudescenza di freddo che alimentava i languenti colloqui dei salotti cittadini, la più ardita arrischiò una parolina: "El ga avudo una bela sodisfazion, to genero, i me ga dito. L'è tanto bon, po, poareto!".
      Le altre vecchiette, preso animo, gracidarono con le loro fesse voci untuose: "Eh quel che xe, po! - Tanto bon, tuti no fa che dire. - Se consolemo tanto".
      La marchesa Nene fece un viso grave e disse loro: "Conforti magri". Allora venne dalle amiche qualche triste, misteriosa parola di compianto e di speranza che cadde non raccolta. Il discorso ritornò alle virtù del genero e le buone signore, invece di parlarne alla suocera, ne parlarono, per un raffinamento di adulazione, tra loro. Una di esse aveva udito il parroco del Duomo levare a cielo la pietà del signor Maroni; un'altra riferì che la sua domestica s'incontrava ogni mattina col signor Maroni alla prima messa. La più timida non fece che correggere sottovoce le altre quando nominavano il lodato, ma per quanto mormorasse "Maironi, Maironi", esse continuavano col loro Maroni; scusabili, perchè anche la marchesa, usa a rimpastar nel dialetto nomi e cognomi, diceva Maroni tre volte su quattro. La conversazione passò quindi al matrimonio di un garzone della merciaiuola dove tutte quelle signore si provvedevano di aghi e di refe.
     
      Più tardi, partite le pedine, arrivarono quasi a un punto alcune dame e un paio di cavalieri, che si eran data la posta per alleviar le noie di questa visita a una vecchia signora, che non viveva abbastanza nel mondo per poterle parlare di cose mondane nè abbastanza fuori di esso per poterla piantare del tutto.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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