Fu suonata la stessa musica di prima, in tono diverso. Si parlò di freddo e ci furon brevi accenni fra le dame e i cavalieri a un picknick, a una grossa questione diplomatica, a certe persone non desiderate nella compagnia. L'idea di una trottata mattutina in stage metteva segreti brividi a molti, ch'eran però contenti di gelare per l'eleganza della partita e della brigata. Poi una dama politicante entrò a spada tratta nell'argomento dell'elezione, mentre le altre la guardavano come un fenomeno di eloquenza e di ardire e uno dei cavalieri faceva di soppiatto qualche smorfia burlesca. Costui fece pure rumorosamente le sue felicitazioni ma intercalandovi sottovoce, per uso delle vicine, certe giaculatorie: "Atenti che adesso vien Federico con quattro cichere de aqua santa. - Scommessa che el consiglier xe in camera col piviale ch'el canta el Te Deum davanti a l'altariolo. - Me par de sentirlo in Consiglio: et cum spiritu tuo". Le vicine si mordevano le labbra, gli sussurravano: "El tasa!" ed egli pretendeva che la marchesa fosse sorda. "Ahi, ahi" brontolò udendo annunciare il Prefetto, "ahi che adesso bisogna parlar pulito! Se savea portava la gramatica!"
Il commendatore Prefetto, un buon toscano, amante del quieto vivere, venuto da un mese appena nella sua modesta sede veneta, era stato presentato alla marchesa da suo marito, in ferrovia, e ora veniva per la visita d'obbligo, ben contento di blandire il marchese Zaneto, di servirsi delle sue velleità senatoriali per staccarlo poco a poco dal partito clericale.
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Federico Te Deum Consiglio Prefetto Prefetto Zaneto
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