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      La marchesa Nene non pareva tener gran fatto alla bestia; il marchese Zaneto, affabile e umile con tutti, sapeva coprir bene un certo debole per essa. I nobili coniugi appartenevano a un gruppo scuro, pesante, malinconico di nobili codini, fra i quali e l'Olimpo dei ricevimenti eleganti, dei balli, dei pick_nicks, del lawn_tennis, del pattinaggio, le relazioni erano scarse e fredde. Un prete bonario, assai curioso e ambizioso cronista, mise fuori, appena venuto, la sua ghiotta primizia: "Dunque, picche nicche, gnente!". Subito il signore acido e il signore amaro, che quando potevano mordere il prete ci avevano un gusto matto, esclamarono: "Vècia, vècia! Barba, barba!". Il prete, sbalordito, irritato, rosso, affermò che la risoluzione di mandar tutto a monte era stata presa tre ore prima, alle sei, e i suoi tormentatori perpetui replicarono che alle sei e mezzo se n'era parlato al caffè e che il picknick era andato in fumo per causa dei forestieri di villa Diedo. "Vedìo, che no saví gnente!" fece il prete trionfante. Egli aveva una versione diversa. "E la mia xe sicura!" Una gran dama anfibia, tutta chiesa alla mattina e tutta Olimpo alla sera, aveva raccontato il fatto a suo marito in presenza del medico di casa, e il medico, amico del prete, lo aveva incontrato, gli aveva detto: "Vai a casa Scremin, stasera? Conta questa". E il prete cominciò solennemente, in lingua aulica:
      Bisogna sapere che parecchie signore avevano posto per condizione che il picche_nicche si facesse di domenica per rispetto alla quaresima.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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