Don Serafino lo guardò e prima ancora che colui aprisse bocca, gli disse: "La spèta!".
Mi no parlo, benedèto!
Il prete riprese:
Fatalità volle che i signori Dessalle aspettassero amici da Venezia proprio per domenica.
E dunque?
brontolò colui che non parlava. A misura che don Serafino veniva raccontando come per effetto del rifiuto dei Dessalle si fossero divise le opinioni circa il fare e il non fare il picknick, il signore acido e il signore amaro lo interrompevano sempre più forte: "E dunque? E dunque?". Qualche altro più sommesso "e dunque?" scattava qua e là dall'uditorio. Per un poco il prete andò avanti e poi, perduta la pazienza, si mise esemplarmente a gridare: "Pazienza! pazienza!". Quindi scese dal pulpito: "Le lassa andar avanti, Le lassa, corpo de mi solo!" - "Zitto, zitto, buoni, buoni!" gridava Zaneto. Ma quando il prete, rosso come un gambero, abbaiò che non sapevano niente, no, niente; e che per il rifiuto dei Dessalle si era dibattuta da capo la questione Zigiotti; e che per causa della Zigiotti "tin tun tan para martella, i ga mandà tuto per aria", allora gli altri si misero ad abbaiargli contro che senza il rifiuto Dessalle non sarebbe tornata in campo la questione Zigiotti e abbaiarono tanto forte che Zaneto diede un gran colpo di timone e voltò il discorso verso il naso del signor Carlino Dessalle. "L'ho visto una volta sola, ma un gran naso!" "Non lo tocchi, marchese!" esclamò l'uomo acido.
Tutto dev'essere perfetto a casa Dessalle; anche i nasi. Forestieri, marchese, gente che invita, gente che spende, signor mio!
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