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      III
     
     
      Intanto il signore astratto si avviava con un'andatura stanca verso il palazzo Scremin. Trovò il portone chiuso, spento il gas nell'atrio, spento il gas sulle scale. Entrò nel suo appartamento, al primo piano, in faccia a quello abitato dagli Scremin. Si stava levando il soprabito nell'anticamera quando fu leggermente bussato all'uscio. Aperse. Era la giovane cameriera della marchesa Nene, una figurina snella e alta, bionda, vestita di scuro, con i capelli arruffati sulla fronte. Egli impallidì, le domandò, tenendo la maniglia dell'uscio, che volesse. La ragazza lo fissò, pallida anche lei, con due belli occhi azzurri, arditi nel fondo, velati di dolcezza. "Scusi un momento" diss'ella. "C'è una cosa." Si guardò, con una mossa rapida, alle spalle e ripetè: "Le avrei a dire una cosa". La voce, un po' fioca, un po' grossa, era tuttavia musicale. Il giovane esitò un momento, poi mormorò: "Avanti" e si fece da banda. La camerierina passò sfiorandolo col suo odor tepido di capelli giovani e di persona monda, sussurrò un "grazie" pieno di senso, pigliò il soprabito del signore, s'indugiò ad appenderlo all'attaccapanni, ad assettarvelo con leggeri colpettini delle mani non bianche ma piccole e sottili. La lucernetta, che ardeva sulla consolle in faccia all'attaccapanni, le dorava i capelli magnifici attorti sulla nuca come un groppo di serpi.
      C'è stato il giardinierediss'ella accarezzando ancora il soprabito e parlando piano, quasi con tenerezza, come se le parole fossero state più di quell'abito e di quelle carezze, che d'altro.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





Scremin Scremin Nene