Pagina (31/344)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Pure, siccome il modo suo di sentire e di esprimere il dolore era affatto diverso, le dimostrazioni cosė rumorose e intempestive di Zaneto gli ferivano i nervi come a suo padre le dolcezze della süra Peppina. Il sangue che ora gli corse al viso era proprio il buon sangue impetuoso del povero Franco.
      Oh Signore!
      mormorō Zaneto asciugandosi gli occhi con un fazzolettone biancastro.
      Cosa?
      Piero trasalė. Che c'era di nuovo, adesso?
      Oh! Una cosa, una cosa! Uno sforzo tale che debbo fare!
      Nuovi singhiozzi, nuove lagrime, affannosa ricerca del fazzolettone per tutte le tasche, brancicamento, molto spiacevole a Piero, delle lenzuola, scoperta, finalmente, del sudicio coso fra le gambe della sedia quando gli occhi si erano asciugati da sč e Zaneto non poteva, decentemente, rimettersi a lagrimare.
      Cosa vuoi? Bisogna pur parlare. Sai che il termine dopo il quale tu puoi conseguire il capitale della dote di...
      Una pausa, una contrazione del viso, una vittoria della volontā.
      ... scade l'anno venturo. Occorre dunque parlarne. Ora ti confesso che nelle mie condizioni il metter fuori questa somma...
      Piero lo interruppe. Ma di che si crucciava mai? Ma che termini, che scadenze! Facesse il comodo suo. Allora il buon Zaneto s'impelagō in un mar di parole ingarbugliate, nč avrebbe riguadagnata la riva senza il soccorso altrui. In sostanza quel chieder la proroga dell'affranco della dote non era stato che un esordio, una introduzione alla proposta di addossare per l'avvenire al genero il pagamento della ricchezza mobile.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





Zaneto Peppina Franco Zaneto Piero Zaneto Zaneto