Ho inteso dire che fa professione d'idee socialiste. Non so che gli Scremin abbiano mai sospettato della sua probità.
Con perfetto ossequio.
Devotissimo
P. Maironi
Consegṇ a Federico il biglietto senza rileggerlo e congeḍ bruscamente il povero diavolo sbalordito: "va là! va là", come se temesse di pentirsi ancora.
CAPITOLO SECONDO
NEL MONASTERO
I
Un servo tagliato all'antica introdusse nella sala del biliardo il signore che aveva chiesto di don Giuseppe. "Il suo nome, di grazia?" diss'egli.
Maironi.
Quegli anḍ in cerca del padrone.
L'uscio a vetri, che dalla sala del biliardo mette per cinque scalini al giardino della villa Flores, era aperto. Un languido sole d'aprile moriva sulla coperta grigia del biliardo e sul chiaro impiantito di abete. Entrava con l'aria tepida un odor lieve della pioggerellina fine fine che si vedeva tremolar nel sole, annebbiar le campagne da lontano, sotto il cielo turchino. Il prato pendente in giro alla fronte dell'edificio alto e scoperto, i grandi alberi, che fanno ala quasi a un atteso corteo di principi, suggevano la pioggerellina dolce senza un bisbiglio. Coś taceva la casa vuota. Ĺ nella sala le sedie addossate alle pareti, i pochi altri arredi simmetricamente disposti, il biliardo coperto, parevan tristi come cose morte che serbassero il ricordo della vita.
Il domestico non ritornava. Piero usć sulla scalinata a guardar la pioggerellina muta, e un sentor debole di viole gli rese la visione voluttuosa del primo incontro con la persona che ora gli riempiva il cuore.
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Scremin Maironi Federico Giuseppe Flores
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