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      Gli pareva che una scura, dolce aura di lei lo avvolgesse, donandosi; che fosse già questo un principio di segreto delizioso possesso. Passarono davanti alla villa di don Giuseppe, bianca nell'ultimo chiarore del ponente, sopra il giardino pieno d'ombra. Dessalle credette discernere un prete seduto sulla gradinata della fronte, lo suppose il padrone, disse che aveva udito farne gran lodi e chiese a Maironi se lo conoscesse. Nello stesso punto Jeanne, che non aveva fatto attenzione al discorso del fratello, mostrò a Maironi la falce della luna nel cielo di occidente. "Completur?" diss'ella, non ricordando l'altra parola. Maironi non parve intendere ed ella ripetè: "completur... dica!". "Ah, cursu, cursu!" esclamò Dessalle e non rinnovò la domanda. Intanto la mano di Jeanne cercò sotto la pelliccia la mano cara, la strinse, disse: lo so, distratto, a cosa pensavi! e la mano stretta rispose mentendo: sì, sì, lo sai. Avrebbero poi voluto tacere, l'una e l'altro, ma Carlino aveva una parlantina! Raccontò a Maironi quanto sua sorella si fosse scandolezzata, tempo addietro, ch'egli avesse raccomandato quel giardiniere, bellissimo esemplare di socialista latino, rivoluzionario. Sua sorella, saputo di certi suoi discorsi, gli aveva proposto di licenziarlo, ma egli era felice di tenersi in gabbia nel giardino una bestia feroce tanto curiosa. Non si lasciava studiare, però, la bestia; aveva un guscio molto pulito e inoffensivo nel quale rientrava tosto che i padroni le si accostavano. Intanto i due si parlavano in segreto con le mani congiunte, avendo Jeanne tentato invano, mollemente, di ritirar la sua, e lasciaron dire Carlino, non si difesero, solamente risero, di quando in quando.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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