Può avere la dispensa del Vescovo, può scegliere fra i piatti grassi e i magri, per ultima risorsa può fare a meno di mangiare. Ma in una riunione di puro piacere e anche all'aperto! E il tavolino del sindaco si poteva vedere dal vigneto dove la gente lavorava! Non era una semplice violazione del precetto, era una sfida! Sarebbe un altro scandalo il non raccoglierla. Il signor sindaco era un membro malato della Chiesa e il membro malato si tronca senza misericordia.
La misericordia giusta è di fare come San Paolo, di consegnare l'uomo e la sua sciarpa sindacale nelle mani di Satana, perchè l'anima si salvi nel giorno del giudizio. Però, prima di arrivare a tanto bisogna richiamare il peccatore, fargli parlare da qualche persona molto autorevole, e poi, se resiste, andar da lui, dirgli che si desiderano le sue dimissioni.
Eh!
fece Záupa, immaginando di aversi a trovare anche lui fra i futuri portatori dell'ambasciata. "Questa xe dureta. Xe dureta. No ghe par?"
Eh, ciò!
rispose il prete. "Lo so anca mi".
Il cavaliere osservò ch'erano quasi le quattro, e che a loro conveniva di andarsene senza esser veduti dai consiglieri, i quali forse li pregherebbero di partecipare alla riunione, cosa non opportuna. Oramai il dottor Záupa sapeva e poteva regolarsi. Per parte sua il cavaliere aveva espresso una semplice opinione, desiderava si discutesse ma poi non si voleva imporre.
Nell'uscire l'abate mormorò all'orecchio di Záupa: "La tenete segreta questa riunione?". E siccome Záupa rispose di soprassalto con tanto di cipiglio e di mani levate: "Euh, diamine!
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