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      Qui egli volle interromperla, ma Jeanne non lo permise. Se nella sua passione violenta ella si faceva talvolta umile davanti a lui come una schiava, lo giudicava ora con un'alta indipendenza, con un acume, con una tranquilla franchezza che lo sgomentarono.
      Non mi ami più?
      diss'egli. Ella fece: "Oh!" e gli strinse il braccio, gli si serrò con impeto al fianco. Una ricreante dolcezza lo invase. "Anch'io" diss'egli "sono stato purificato da te perchè adesso il piacere senz'amore mi farebbe schifo. In questo momento poi mi sento puro come vuoi tu. Pensa che ti bacio sulla fronte." Jeanne sorrise. "Sì, caro" e continuò:
      Vedi, devi credermi; io sono proprio singolare, in questo. Non so se sia freddezza di natura, se sia orgoglio, se sia conseguenza dell'impressione orribile ch'ebbi dalla brutalità di mio marito, se sia, non so, un senso estetico, se sia tutto questo insieme. So che l'idea sola della sensualità estrema m'ispira un'immensa ripugnanza. Forse potrei, con uno sforzo, sacrificarmi per compiacere la persona che amo, ma sarei certissima di amarla molto meno, dopo. Anche te sento di amar meno in certi momenti che sai, come poco fa. Sarò strana, unica, ma è così! E poi vi è mio fratello. Io mi sento madre per mio fratello e mio fratello ha la più grande fiducia nella mia elevatezza, mi adora come un essere superiore a ogni fragilità umana. Sarebbe terribile per lui di scoprire che mi abbasso come le altre. Perchè poi io lo credo freddo anche lui, di temperamento; certo è schivo morbosamente, per un uomo, non soltanto d'ogni atto poco fine ma d'ogni parola che tocchi certi argomenti.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





Jeanne Jeanne