Non ha più religione di me, eppure io direi che vive proprio non come gli altri. Forse ha un po' la religione della sua salute...
Jeanne guardò la luna. "Non so" diss'ella "come faccio a parlare con Lei di simili cose, prima dell'eclissi totale."
Con Lei?
Sì, con Lei! Non vede che c'è gente?
Uscivano allora dalla viuzza stretta fra due muri sullo scoperto dorso ascendente alle maggiori alture, dove, a pochi passi da loro, lungo il parapetto che corona il ciglio del piazzale verso la città, camminava una frotta di giovani conversando e ridendo.
Adesso che ha piantato quei santocchidiceva uno di loro soverchiando con la voce il chiasso degli altri, "per il piacere...",
e qui una sconcezza, "adesso lo stimo e gli do il voto!"
Ma che!
gridò un altro. "E` stato per i calzoni di Ricciotti!" Una risata e passarono.
Lì presso, la strada che viene da villa Diedo e dalle altre ville del poggetto si allaccia con quella che sale al Santuario dalla città. Maironi, livido, si avviò con la sua compagna verso le ombre dei grandi ippocastani allineati come una guardia d'onore sulla sinistra dell'ampia salita. Avanti e dietro a loro salivano alcuni altri curiosi dell'eclissi. Udirono un signore che li precedeva con due signore, dire alle sue compagne: "Sarebbe bella che lei guarisse!". Forse non parlava della persona cui Maironi e Jeanne pensarono, ma le parole oscure percossero questi due come un soffio di ghiaccio. A ciascuno fu amaro anzitutto il pensare che l'altro pure aveva udito; poi, che non era possibile dir niente; poi, che il loro stesso imbarazzo pareva non scevro di ridicolo.
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