.. Proteste inorridite, esclamazioni, risate, risatine, satire, cavalli e stage, tutto passò. A Jeanne pareva che fosse stato pronunciato il nome di suo marito.
Anch'io saidiss'ella, "vorrei tanto andar via!"
Dove?
Dove nessuno ci conoscesse.
Egli la comprese, le strinse forte il braccio, le domandò:
E tuo fratello?
Jeanne sospirò. "Basterebbe dirgli che nella valletta del Silenzio, dopo le piogge abbondanti, l'acqua ristagna e infetta un pochino l'aria. Ma io non lo farò. Villa Diedo gli piace tanto e ci ha già speso un tal monte di denaro!"
Ecco i cavalli di casa Dessalle, al piccolo trotto. Il landau è vuoto, il romano antico scende di cassetta e dice che non è arrivato nessuno. Jeanne e Maironi salgono. Jeanne non vorrebbe incontrare lo stage, propone, senza troppo riflettere, di ritornare a villa Diedo e attendervi il culmine dell'eclissi sulla terrazza. Maironi le mormora un "grazie" così caldo ch'ella si pente della proposta. Non osa però mutarla.
Soltanto allora, risalendo lentamente l'erta, dietro le orecchiute maestà del cocchiere e dello staffiere, Jeanne e Piero guardarono la scena del loro idillio, le bianche villette più e più smorte per i colli oscurati, il tremolar nuovo di stelline nascenti dal profondo del cielo. Passavano ondate d'aria tiepida, odori d'acacie in fiore, ondate d'aria fresca, odori di bosco umido.
Il Suo paese è bello, però
disse Jeanne.
Non è il mio.
Come, non è il Suo?
Maironi rise per il tono delle parole di Jeanne che pareva offesa, pareva non credergli.
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