Chi si fece avanti il primo con il cappello in mano e a braccia aperte fu Chieco. "Divina signora, non badate a questi grattaformaggi che non sono degni della vostra attenzione. Io solo, Lazzaro Chieco, violoncellista di camera, anzi di anticamera del Padre Eterno, lo sono!"
Carlino!
esclamò Jeanne ridendo mentre gli altri la supplicavano comicamente di compatire il maestro rimbambito. "Non presenti? Che fai?"
Carlino saliva lo scalone della terrazza a ritroso, pian piano. "Scusate, scusate!" diss'egli. "Aspettate! Mi hanno insegnato a Venezia questa cosa magnifica, che fa bene ai polmoni di salire le scale così. E` delizioso!"
Fusarin e Fanelli lo afferrarono, lo portarono su di peso, strillando egli: "Meglio! Meglio!". Intanto Berardini pregava Jeanne di non confonderlo con quei farabutti: egli non aveva bevuto, a cena, che acqua; essi...! E fece il gesto ipocrita della simulata ignoranza. Intanto Carlino, rassettatisi i solini, la cravatta e il bavero della giacca, si accinse alle presentazioni.
Lasciamo queste volgarità, per amor del cielo!
esclamò l'onorevole deputato. "Signora, io La ho veduta nei miei sogni e confido che anche Lei abbia veduto me. Lasciamo che costoro mi chiamino Berardini. Suo fratello che mi disprezza, dice: "Il deputato Berardini'; Fusarin che mi odia, dice: "Il commendatore Berardini'."
Fiol d'un can!
brontolò Fusarin. "Intanto el ghe le ga spiferae tute."
Non ce ne curiamoproseguì l'onorevole. "Lei è Lei, e io sono io."
Signoradisse Fanelli, "io, come il più educato di questi quattro amici di Suo fratello, che non è gran lode!, mi lascerò presentare.
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