Egli sostenne che non aveva la coscienza di esistere, ma soltanto di parere esistente e che questo era il balsamo di tutti i mali, di tutte le paure e gli diminuiva niente la facoltà di godere, anzi gliel'accresceva, toglieva di mezzo o almeno riduceva a una semplice apparenza quella diversità fra la vita e la morte che spaventa il comune degli uomini. Fanelli prese le sue parti contro i due artisti, soli a difendere l'assoluto con una mitraglia punto metafisica d'improperi. Jeanne ascoltava in silenzio, attendendo al tè, ma gli occhi, le sopracciglia, la fronte, persino talvolta le spalle, dicevano consensi e dissensi vivaci, a vicenda; più vivaci i dissensi da Chieco e Fusarin, come se la infastidisse che proprio quei due fossero nel torto. Fusarin se ne avvide il primo e disse sdegnosamente:
Eh, za se sa, ciò! Go torto mi.
Ma certoesclamò Jeanne accesa in volto. "Pare impossibile! E` una cosa tanto evidente che ogni nostra certezza è una certezza solamente per noi, è una certezza relativa, e che il pretendere di possedere qualsiasi certezza assoluta è una illusione."
Fanelli e Berardini batterono le mani.
Forse ci sonodisse Carlino "e forse non ci sono. Questa è la mia gioia, di non saperlo. Ma bada, Jeanne, tu mi hai l'aria di riscaldarti non tanto contro Chieco e Fusarin, quanto contro un'opposizione segreta di mia sorella, non so se m'intendi."
Ella crollò le spalle: "Sciocchezze!". E sorrise a Chieco che domandava una illusione di thè, mezza illusione di latte, tre illusioni di zucchero e sei o sette illusioni di gauffrettes perchè forse aveva cenato e forse non aveva cenato alle dieci e mezzo.
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