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      La Soldini gli sussurrò che a messa finita gli avrebbe chiesto un minuto di udienza fuori della chiesa, ciò che fece rannuvolare la fronte e inasprire la guardatura del prossimo uomo acido, il quale meditava pure di afferrare il Commendatore all'uscita della chiesa, per certi suoi fini profani. Il Commendatore s'inchinò alla signora con un mite sorriso di assenso. Soltanto a messa inoltrata gli venne il sospetto che l'uomo ritto in piedi presso la vecchia signora dal viso rugoso e cereo fosse Piero Maironi. Ne fu così durevolmente distratto che poi se ne giudicò reo di colpa veniale attenuata dalla bontà del movente; perchè l'ex-sindaco gl'ispirava molta simpatia, gli sarebbe piaciuto che s'avviasse per un cammino migliore, gli sorrideva di aiutare a porvelo e ora compiacevasi molto di vederlo in quel luogo e in quella compagnia, pensava qualche pretesto per parlargli dopo la messa, qualche modo di tenersi in comunicazione con lui.
      Piero aveva cercato per tempissimo della suocera, volendo sapere che avesse veramente detto il medico dello Stabilimento. Arduo problema con una informatrice impacciata e tarda nella lingua come la marchesa; tanto più impacciata e tarda quanto più combattuta dal dovere di dire la verità e dal desiderio di non dirla intera. Ell'avrebbe voluto che Piero si accontentasse delle parole scritte dall'inferma, che ne godesse, che non curasse di sapere altro; e a tutte le sue domande rispondeva annaspando, annaspando, per metter poi fuori sempre da capo, sempre con rinnovato desiderio e sollievo, quel pezzetto di carta.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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