Çeóla era venuto all'ora solita, aveva fatto una scenata e annunciato che si sarebbe immediatamente rivolto al Prefetto per far mettere a Záupa e Comp. il capo a partito. La Giunta si doveva riunire alle tre per deliberare ufficialmente circa le dimissioni del sindaco. Qualcuno andava dicendo che la crisi municipale sarebbe terminata come la crisi della luna, ma il Bibliotecario, considerato l'ordine draconiano "o brache o morte' che tagliava i ponti fra sindaco e colleghi, non lo credeva. Del resto alcuni pezzi grossi della maggioranza, alcuni Cai, come venezianamente diceva il Bibliotecario, si erano raccolti la sera prima, forse per contemplare l'eclissi, forse per altre ragioni, e avevano chiamato a sè il giornalista Soldini. Siccome il Soldini è temperatissimo e in relazione col sindaco, si è creduto da taluno che i Cai volessero aprire trattative di pace.
Ma se il sindaco torna pregatoragionò l'acuto bibliotecario, "vuole che ceda sull'affare delle brache? E se non cede, che figura ci fa il buon Záupa? Mo!"
Qui il Bibliotecario sorrise, fissò il suo interlocutore con un reiterato sobbalzare della persona che significava il complicato garbuglio di problemi da sciogliere, e conchiuse: "Vedrà che Soldini verrà da Lei".
Il Commendatore osservò ch'egli non c'entrava. Pensò in pari tempo, con un visibile malumore, al colloquio chiestogli dalla signora Soldini per suo marito. Aveva sperato, sulle prime, che il Soldini desiderasse parlargli per interessi suoi personali.
Lo conosceva per un logico acuto, per un politico fine, per un carattere rigido, dissimulato sotto maniere squisite e sotto molta tolleranza non delle opinioni avverse, ma delle persone che le professavano.
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