Ci vedeva tracce di morti affetti inutilmente dati a fantasmi d'illusione e svaniti con essi, e di altri affetti dati con troppo ardore a cose terrene, persino alla casa dove stava pregando, agli alberi del colle, ai fiori del giardino. Ci vedeva, come ombre di tristi vuoti, le perdute occasioni di opere buone e sminuite le opere buone dall'assenza del sacrificio, dall'obbedir fiacco al divino impulso, da compiacenze caduche del bene operato, se non viziose neppur virtuose. Vedeva tale la intera sua vita e non gliene veniva tristezza nella preghiera, ma tenero fervore. Segreto premio di quel suo riferire a Dio tutto il bene fattosi manifesto in lui e invece a sč tutte le lacune del bene, era una intima gioia di affidarsi povero alla Misericordia Infinita, di sentire Iddio con tanto maggior tenerezza di amore quanto pił si riconosceva indegno. Quando per effetto della naturale, comune debolezza umana gli si allentava la tensione dello spirito e altri pensieri lo traevano inconscio con sč, erano pensieri della famiglia sua che intera lo aveva preceduto nel mistero, parte per manifeste leggi di natura, parte per occulte leggi di sventura. Anime austere, anime gaie, anime tranquille, anime ardenti, erano tutte passate sulla terra con la fiaccola della fede, tutte partite con il presidio soave di Cristo; e nella semplice chiesina modeste lapidi ne ricordavano i nomi. Don Giuseppe aveva amato i suoi del pił vivido amore, li aveva pianti appena con qualche rara lagrima tutta santa di affetto alla Divina Volontą. Ora la sua mente si perdeva dietro care figure use tener sempre nella chiesina lo stesso posto.
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