Pagina (162/344)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si perdeva nella memoria del viso, degli abiti, delle attitudini, dei saluti sommessi nel luogo santo. Allora il senso del silenzio, del vuoto presente lo richiamava alla triste realtā e alla preghiera. Quindi gli s'infondeva nella preghiera un'aura delle persone nascoste ai viventi, un vago rimpianto di non averle forse appagate in qualche loro desiderio innocente nč ben taciuto, nč ben detto, di non avere sufficientemente aperto loro le vie a qualche confidenza difficile, di non esservi ritornato il primo quando, aperta la via, ciō sarebbe stato bene. E da quest'ultimo ricordo trapassō senz'avvedersene, mentre la bocca pregava e pregava, all'altro del colloquio con Piero Maironi, del quale aveva udito poi cose tristi senza tentare alcuna mossa di soccorso.
      Il trotto di due cavalli e ruote correnti suonarono sulla via davanti alla porta maggiore, chiusa, della cappella. Don Giuseppe udė trotto e ruote svoltare nel cortile della villa. Poco dopo il domestico venne ad annunziargli la marchesa Scremin.
      Egli uscė a incontrar la marchesa sulla gradinata che sale dal cortile alla villa. La vecchia signora, nobilmente vestita di nero, un po' pių magra, un po' pių rugosa e cerea del solito, si affrettava sugli scalini faticosi per ossequio al vecchio prete che alla sua volta, per ossequio a lei, si affrettava sulla discesa malfida. Don Giuseppe non osava nč ringraziare nč mostrar letizia per una visita ch'era presuntuoso attribuire a semplice cortesia e non temerario, pur troppo, attribuire a qualche cagione poco lieta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





Piero Maironi Giuseppe Scremin Giuseppe