Il Commendatore, esperto degli uomini e delle cose, pensò tosto, pure ammettendo la buona fede degli interlocutori suoi, che dunque nel discorso atteso la politica c'entrava molto. Infatti gli amici politici del Soldini credevano sapere che gli avversari lavorassero per lo scioglimento del Consiglio comunale e predisponessero la candidatura liberale di Maironi servendosi del consigliere delegato Bassanelli, reggente la Prefettura da pochi giorni, compagno d'armi, nel 1859, di Maironi padre. Se ciò avvenisse, il giornale clericale avrebbe fatto a Maironi, per volontà di certi capi del partito, una guerra a coltello.
Tu no!
esclamò la signora.
Ecco il punto!
rispose il marito, sorridendo. E proseguì a dimostrare che in quel caso il diritto di guerra a coltello ci sarebbe stato.
Quindi spiegò al Commendatore che mentre le altre signore del partito erano inviperite contro Maironi e lo avrebbero mangiato vivo, sua moglie non pensava che alla salute di quell'anima e tremava di vederla buttarsi senza ritegno all'errore e al male, tremava che una parte di responsabilità ne avesse a pesare anche su di lui, Soldini; forse la parte maggiore perchè Soldini non userebbe mai l'ingiuria spregevole, ma con la sua fredda, misurata urbanità recherebbe ferite più profonde.
Mia moglie mi fa quest'onorediss'egli ridendo. E soggiunse che a suo avviso ell'aveva torto. "La diserzione al nemico è sempre atto moralmente colpevole. Un atto immorale pubblico dev'essere pubblicamente e severissimamente biasimato nella forma che il tempo e il luogo consentono.
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