Badi, sa; fra quelli di buona fede e non fra quelli che si fanno socialisti per assicurarsi dall'incendio; ecco, Lei mi capisce. Maironi è appunto un impulsivo di buona fede. Io questo lo desumo da varie piccole, piccolissime cose che so e anche da certo discorso ch'egli deve aver fatto al Bassanelli, il quale non gli è poi tanto cordiale amico, per certe sue intime ragioni..."
Non so niente, non so nientes'affrettò a dire il Commendatore con il tono di uno che neppure vuol sapere. "Ma io so" riprese l'altro. "Ora se per caso, avendo luogo le elezioni generali, Maironi fosse portato e si lasciasse portare dai socialisti, pensi come lo dovrei garbatamente malmenare! Lei vede ora, Commendatore, dove riesco e in qual modo Ella può evitare a mia moglie e a me, forse per la salute di un'anima e certo per la nostra pace domestica, il dissidio di cui abbiamo parlato!"
Così dicendo, il cavalier Soldini rideva e il Commendatore rispose "no no no, non vedo, non vedo, non vedo" ridendo anche lui, come uno che vedesse benissimo.
Ho sbagliato di grossoriprese il primo "poco fa. Lo scioglimento del Consiglio non è sul tappeto della Prefettura, è sul tappeto di un tavolino molto più visibile agli occhi miei!"
Oh, che salti!
esclamò il Commendatore, ridendo ancora. "Oh che salti! Lei mi crea, un momento fa, gondoliere veneziano e adesso mi nomina ministro dell'interno.
Oh che salti!
E più di questa esclamazione, cinque o sei volte ripetuta di poi, "oh che salti, oh che salti!" il cavalier Soldini con tutta l'abilità sua e la signora Soldini con tutta la sua foga sincera non poterono cavare al Commendatore; il quale, malgrado quel fare scherzoso, era stato fin da principio del colloquio attentissimamente in guardia, nel dubbio di una premeditata architettura di tutta la scena per lo scopo clericale: evitare lo scioglimento del Consiglio.
| |
Bassanelli Commendatore Maironi Commendatore Soldini Commendatore Consiglio Prefettura Commendatore Soldini Soldini Commendatore Consiglio
|