E spero di non aver meritato l'epigramma di un mio carissimo amico briccone, molto briccone: longus esse laborat, obscurus fit.
L'altro rinnovò anche più vibrante le sue proteste, le quali adesso vennero accolte in pace con un "faccia Lei, faccia Lei, cosa Le posso dire?". Tanto in pace che Maironi n'ebbe l'impressione di certa spiacevole indifferenza e gli venne una gran voglia di scuoter l'uomo con qualche audace parola.
Non è per la questione di Brescia
diss'egli "è perchè ho fatto altre idee."
Bene! bene! bene!
fece il Commendatore col viso di chi pensasse "male! male! male!' come certo confessore veneto andava dicendo - ben! ben! - ad ogni nuovo peccato che gli snocciolava il penitente.
Sentadiss'egli alquanto solenne e come uscendo con autorità da una breve meditazione: "non s'impegni troppo presto con queste idee che dice. Vita doctrix! Frequenti un poco di più la scuola della vita, ma proprio da scolaro che sta sul banco ad ascoltare e guardare. E poi... e poi... e poi!..."
Il Commendatore scosse la mano destra in aria come benedicendo il soffitto, per significare che poi gli avrebbe dato anche licenza di salire sulla cattedra.
Il naso di Rosina. "Signor, ghe xe el signor Prefeto."
Maironi si alzò, promise di occuparsi dei documenti desiderati e partì contento di aver detto abbastanza chiaro, posto quel buon intenditore, l'animo suo. S'incontrò nell'anticamera con il zoppicante Bassanelli, consigliere delegato reggente la Prefettura dopo il trasloco del Prefetto. Si scambiarono un saluto freddo.
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Maironi Brescia Commendatore Frequenti Commendatore Rosina Prefeto Bassanelli Prefettura Prefetto
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