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      La città morta era così, ma com'era la città vivente? Com'era la società? Bice voleva pure saperlo. "Se ci vengo a stare!" E rise del suo riso breve, giovanile ancora, che faceva palpitare e impallidire Destemps. Carlino rispose che la città vivente era un mondo infinitamente più grande, vario e curioso di quel mondo piccolo dove "si vive noi", nelle città grandi, eccetto forse in Roma e in Parigi. "E` questo delizioso mondo provinciale" soggiunse "che vedrete alla mia conferenza, stasera; e qui ne sarà tutto pieno."
      Non la fare, la conferenzadisse Jeanne. "E` una cosa che non va. Vedrai, accontentati delle proiezioni. Saranno cancans da non dire. Si è già cominciato, io lo so. Scandali addirittura!"
      Bice battè le mani. "La faccia, la faccia!" Gli occhi della Gonnellina scintillarono e le sfuggí un "sì, sì!" fra le risate di tutti, le proteste di suo padre "birbaccione di Carlino che mi ammalizia la figliuola!" e i giuramenti di Carlino: "Ma se la mia conferenza sarà una Filotea dell'amabilità e della verecondia!".
      Con quelle proiezioni?
      fece Jeanne. Qui successe uno scoppio di allegra curiosità. Anche la franca Bice voleva sapere. La Gonnellina taceva rossa rossa, e Laura, la gelida, taceva con indifferenza sprezzante, mentre Carlino si sbracciava a protestare contro sua sorella, la quale spiegò subito che nemmanco avrebbe supposto di poter venire fraintesa a quel modo, che le proiezioni rappresentavano persone conosciute della città, cosa innocente senza commenti del conferenziere ma pericolosa con i commenti, per quanto amabili.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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