Appena caduto questo discorso, donna Laura uscì a dire:
E socialismo, qui, ne avete molto?
Carlino rispose che non ne sapeva niente, che viveva perfettamente fuori della politica. Sapeva solamente che il Municipio della città era in mano dei clericali e che il suo proprio giardino era in mano degli anarchici.
Sì
fece la dama, "ma per poco tempo ancora, il Municipio."
Parlava col tono di una persona sicura, che sa tutto, l'avvenire come il passato. Ne sapeva infatti, circa le condizioni politiche della piccola città, molto più di Carlino, e perchè questi n'era ammirato, volle abbagliarlo addirittura.
E come sta quel vostro raccomandato, quel marchese ambiziosetto che ha una figlia pazza? E come sta il genero, ex-sindaco, ex-clericale? È a Brescia? Ci lavora per noi?
Udito da Jeanne che il genero era infatti andato a Brescia, ma per affari suoi e non per occuparsi di elezioni politiche, la dama scattò:
Ma come! Bisogna che lavori! Si lavora tutti per quel collegio! E` una febbre!
Jeanne fremeva, Bice rideva. "Eh, si capisce!" disse Gonnelli. "Una Vittoria di Brescia! Capperi, non sarebbe piccola cosa." "Una Vittoria di stucco" osservò Bessanesi. Donna Laura si adirò: "Già Lei, Bessanesi, per un calembour darebbe anche quella di bronzo!". "Forse, contessa: ma la darei a Lei! Al Ministero darei quella di stucco." Donna Laura si riscaldò tanto che Carlino, per placarla, le promise di mandar subito un biglietto al marchese con l'invito di salire a villa Diedo per un affare urgente. Donna Laura gli parlerebbe, lo impegnerebbe, con paroline verdeggianti di lusinghe, a lanciare il genero sul campo di battaglia.
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