Così osservò passeggiando sulla terrazza un poeta indigeno alla dama pure indigena cui dava il braccio. "Ma Lei" diss'ella "trova che c'è tanto piacere umano, qui? Tranne io, in questo momento" soggiunse con una voce strascicata e ridente che attenuava la dolcezza delle parole "tranne forse un pochino anche Lei, più o meno si seccan tutti. Non ha visto che mutrie? Pare gente che aspetti il suo turno nella sala di un dentista. Per fortuna c'è quel signore color carota che si diverte!"
Quel signore color carota, l'uomo acido, errava soletto per le sale, in abito di mattina, fra le code di rondine e le toilettes chiare, scollate, fiutando i mobili a uno a uno, regalando a ciascuno una particolare smorfia, e non pareva infatti il ritratto del piacere umano; ma convien dire che la bella, nobile dama, squisitamente aristocratica nell'intelletto e nel gusto, non molto ricca, soffriva un pochino del lusso sfoggiato da questi Dessalle, sangue di banchieri, e del prosternarsi, come diceva lei, di una città intera ai loro milioni. Perciò il suo giudizio che tutti si seccassero era volontariamente malignetto e fece sorridere il poeta nel proprio non meno maligno cuore. La folla degli invitati, alcuni dei quali non erano mai entrati nella villa e moltissimi non l'avevano visitata dopo che n'era stato rinnovato l'arredamento, fluiva, finite le presentazioni, per le cinque sale tiepolesche e si divertiva di se stessa, del magnifico ambiente, dove la signora malignetta non faceva grazia che a Tiepolo, giudicava piuttosto pretenzioso che ricco il mobilio, vedeva punte borghesi in ogni eleganza.
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Dessalle Tiepolo
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