Giovava a lei e a qualche altro, per malignare, che certo borghesuccio vanitosetto, per aver conosciuto i Dessalle da qualche settimana e aver veduta la villa minutamente, si affannasse a gittar qua e là rapidi bisbigli: "Tutte stoffe tessute apposta perchè armonizzassero con le decorazioni di Tiepolo - qui tutto è antico, preso a Roma - qui tutto è copiato da una sala del palazzo X di Venezia - qui tutto è lavorato su disegni del pittore Fusarin. - L'erma di Omero, nella sala da musica, è antica. - L'erma di Virgilio, nella sala da pranzo, è di uno scultore russo - quelle dell'Ariosto e del Tasso sono di... di... di... adesso lo domando a Carlino". Subito il cavalier faceto lo battezzò per queste sue ambiziose familiarità ridicole "el fiolo de la balia de Carleto' e per tutta quella sera il nomignolo gli rimase.
C'eran bene alcuni buoni conoscitori e alcune fini conoscitrici, che gustavano le armonie squisite degli arredi e delle pitture e sostavano a considerare i fregi dorati sul cuoio bianco degli usci antichi, nè attraversavano il corridoio fra la sala di Virgilio e la sala del Tasso senz'ammirare alle pareti il ricchissimo soprariccio di Venezia. Ma i più si compiacevano di altre cose, della folla elegante, della gran luce, della grande ricchezza, di trovarcisi come invitati; benchè quest'ultimo godimento fosse molto attenuato dalla copia degli inviti, non fosse condito di esclusioni saporose. Molti signori si compiacevano inoltre, in diversa misura, secondo il grado, la bellezza e la giovinezza della compagna, di dare il braccio a una dama; e altri signori si compiacevano di piantarsi ai passaggi fra sala e sala, indagando dall'alto le spalle e i palpiti di quelle che talvolta erano costrette a sostarvi.
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