Pagina (238/344)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Del resto" soggiunse "capisci bene che io non ci tengo. Io tengo alla elezione di Brescia."
      Jeanne non rispose. L'altra sentì il gelo di quel silenzio e il pregio del momento fugace.
      Scusadiss'ella "parliamo un poco. Non voglio entrare nelle tue faccende, ma insomma credo che dovresti aiutarmi."
      Ancora?
      Sì, ancora. Questa volta si fa conoscere nel collegio lavorando per un altro; un'altra volta lavorerà per sè. E lo aiuteremo.
      Questo parlare senza riguardi e il tono di protezione irritarono Jeanne.
      Scusa, saidiss'ella "t'inganni molto e poi è un discorso inutile. Andiamo, io debbo rientrare."
      Donna Laura, delusa, pensò: che si sieno guastati? E si propose di saperne qualcosa la sera stessa.
      Intanto il successo di Carlino andava crescendo. Egli aveva imbastita la più assurda delle fiabe e intorno alla bocca dell'uomo acido il muscolo orbiculare, il buccinatorio e il risorio facevano insieme, a ragione, una tregenda furiosa. Ma le proiezioni levavano il pubblico a rumore. Il soggetto della fiaba era questo. Una bella, gentile e nobile giovinetta della città, presente nella sala e realmente fidanzata a un signore straniero, figurava già sposa in un castello superbo sul Reno presso allo scoglio della Lorelei, felice ma non senza qualche ombra di mestizia per il ricordo della patria lontana. La Lorelei, impietosita da quei sospiretti, le recava in dono e le piantava in giardino la svelta vecchia torre all'ombra della quale era nata, la Torre di città. Seguiva la desolazione dei cittadini per la scomparsa della loro Torre.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





Brescia Jeanne Laura Carlino Reno Lorelei Lorelei Torre Torre