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      Qui c'era un anacronismo. Maironi usciva sul bianco quadrato con la sciarpa da sindaco, nell'atto di andar cercando, con una lanterna in mano, la Torre. Jeanne si crucciò di quest'apparizione, che fece ridere assai, e del silenzio serbatone con lei da Carlino che pure le aveva prima raccontata la fiaba. Si vide l'arresto di un noto signore altissimo sospettato di aver inghiottito la Torre, lo svenire di un altro signore erudito che aveva pubblicato una Biografia documentata della Torre di città, il suicidio di alcuni patrizi amici di Carlino che saltavano capofitti nel profondo buco aperto al posto del patrio monumento. Seguiva un concilio di Fate protettrici della città. Mai, nel racconto che le proiezioni commentavano, il conferenziere, fedele al titolo della sua cicalata, non aveva pronunziato nomi. I nomi li proclamava il pubblico davanti alle figure dei Numi. Anche la Lorelei era una bella signora di Rolandseck, accasata nella città della Torre. La galanteria e insieme la prudenza di Carlino furono particolarmente ammirate nella descrizione, detta e figurata, di questo concilio dove il potere magico era conferito alle più belle e illustri dame della città, le quali, descritte una per una con frasi ampollose ma enigmatiche, comparvero sul quadrato pure in una forma enigmatica, col viso in tutto o in parte velato, e ne balenarono via rapidamente nè vi ricomparvero malgrado i richiami del pubblico.
      Erano dodici. Delle trentasei signore presenti trentacinque sperarono essere del numero, fidando anche le vecchie nei titoli, nei palazzi, nella cortesia cavalleresca dell'oratore e nel velo completo.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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