Così invece, per il fatto più naturale del mondo, i clericali feroci, notate bene, i feroci e non gli altri, hanno condotte le cose in modo da costringere quest'uomo a ritirarsi. Quest'uomo si è ritirato e ammettiamo pure che abbia rotto col suo partito del tutto e sinceramente, ma in fondo in fondo sarà egli proprio trasformato? Il commercio che ha qui è affare di fisiologia e non conta. Si dice che ha smesso le pratiche religiose, che si è dato al libero pensiero, alla filosofia positiva o che so io. Son cose che non si sanno mai bene e sopra tutto non si sa mai bene quanto possano durare certi eccessi. Per me dubito molto che un uomo allevato nelle idee in cui fu allevato Maironi, e nutrito di esse per ventotto anni o giù di lì, possa repentinamente diventare un altro uomo, e in questo caso consiglierei il caute negotiari. Aspettiamo una prova più lunga e più decisiva. Ecco."
Il dottor Pinton non era di questo parere. Secondo lui, appunto per il dubbio che i nuovi sentimenti di Maironi non fossero solidi e duraturi, conveniva prenderlo subito e legarlo. Prenderlo e legarlo, anche per impedire che lo prendessero i socialisti. A lui constava che Maironi aveva tenuto discorsi molto sospetti, che quel pericolo c'era, che il maggior freno era per Maironi una certa aristocrazia d'ingegno, di cultura e di camicia pulita. Bisognava legarlo! I due non si poterono accordare e alzarono la voce per modo che il terzo, l'avvocato Bonato, dovette ammonirli, per prudenza. Qualcuno si affacciò in quel punto al terrazzo del salottino, chiamò: "Cavaliere!
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