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      Gli venne il sospetto che la sottomissione di sua madre fosse stata piuttosto amorosa e pietosa che sincera. Subito pensò a quella gran lealtà di lei, a quella fierezza. Come avrebbe mentito? Malgrado tutto, il sospetto ritornava. Gli era tuttavia duro il lottare contro il sangue di suo padre. Gli balenavano nel cuore incerto immagini di vita solitaria, contemplativa, consolata di pratiche religiose, nella casa de' suoi vecchi, gli balenava nella memoria il consiglio di don Giuseppe Flores. E tosto rompeva con questi sogni. A poco a poco si venne formando in lui la convinzione che il cimento fosse decisivo, che se gli riuscisse di vincere, sarebbe poi rimasto fermo per sempre nel concetto più razionale della vita e del suo fine; che in lui, sciolto da vincoli di dogmi e di Chiese, ma interamente sacro a una causa di giustizia, il sangue di suo padre si sarebbe alfine pacificato; molto più se sapesse prendere certa risoluzione coraggiosa, compiere certo grande sacrificio alla giustizia di cui aveva trovato, e non riferito a Jeanne, la ragione e la proposta nel portafogli. Ma quando anche Jeanne, da lontano, gli avesse letto nell'animo questa vittoriosa riscossa dell'elemento razionale sul mistico, non ci sarebbe stato, per lei, da rallegrarsene molto. Poteva il suo amore accordarsi con i doveri di un apostolato sociale quale Piero lo concepiva? Non era da sacrificare questa debole passione per una donna che non sapeva comprendere la grandezza, la bellezza della sua idea? Non ne sarebbe pure contenta sua madre, se sapesse?


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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