Pagina (295/344)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Jeanne mise il piede sopra un lastrone sporgente fra gli abissi. Piero l'afferrō alla vita ed ella si rovesciō indietro alle sue braccia, chiudendo gli occhi. La strinse a sč, la coperse, tacendo sempre, di carezze cosė violente, che Jeanne, atterrita, supplicō:
      No, no, no!
      Allora il giovine, di botto, lottando con se stesso, ristette; ella gli sgusciō dalle braccia e scavalcato il muricciuolo, saltō dalla macchia sul prato aperto.
      Qualcuno saliva verso di lei e le domandō da lontano del "signor conte'. Era il vetturale piantato in asso da Piero. Il signor conte, partiva o non partiva? Perchč lui doveva partire a ogni modo. Piero cercō inutilmente di persuaderlo a restare fino all'indomani mattina. Quegli, regolato il suo conto, se ne andō. Maironi guardō Jeanne.
      Dovevo partire stasera?
      diss'egli.
      Ella chinō gli occhi e non rispose.
      Discesero in silenzio, ella seria, egli triste. Ripassando presso la fontana dei noci Jeanne lo guardō alla sfuggita come per dire: "Il principio č stato qui'. Poi non lo guardō pių. Raggiunto il posto dove, per andare al Covile del Cinghiale, conveniva prendere a sinistra, esitō un momento. Prese invece il sentiero che sale verso il villino dei Faggi e di lā conduce all'albergo. Non una sola parola fu scambiata fra loro fin presso al villino. Allora Piero domandō alla sua compagna se fosse proprio in collera con lui.
      Non lo sodiss'ella, e lo guardō teneramente, dubitando di averlo offeso. Lo vide cosė turbato che si smentė subito, affannosamente:
      No no, caro, non sono in collera, ti amo troppo!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





Jeanne Piero Jeanne Jeanne Covile Cinghiale Faggi Piero