Jeanne, dopo ritornata all'albergo, non aveva più potuto star sola con Piero se non un momento prima del pranzo. Allora gli aveva detto in fretta, con un'appassionata stretta di mano, quasi furtiva: "Non partirà, vero, domani?". E a lui era mancato il tempo di rispondere, o forse, nel tumulto dell'animo, gli era mancata la parola. Dopo pranzo, nel salottino dove i Dessalle tenevano conversazione e offrivano il thè ogni sera, si era conversato poco e non piacevolmente. Bassanelli aveva condotto il discorso all'elezione di Brescia, andata bene per il Governo grazie all'attività del candidato ministeriale, non d'altri. Si capì che voleva alludere a Maironi e questi cominciò a bollire. Certe nebulose frasi dello stesso Bassanelli, venute poi, gli parvero accennare a un altro aiuto invocato inutilmente da quel pover uomo del marchese, cui era pur lecito aver debolezze che tanti hanno. Allora egli scattò, eccitò Bassanelli a parlar franco, gli negò il diritto di giudicare atti privati di cui non conosceva le ragioni. Bassanelli lo rimbeccò aspramente: chi gli aveva detto di prendere quelle parole per sè? Carlino, vedendo sua sorella fremere, tenersi a stento dal pigliar con impeto le parti di Maironi, troncò il discorso:
Bastadiss'egli "adesso si prende il thè."
Mentre si prese il thè non furono scambiate che poche parole gelide. Poi tutti si ritirarono.
VI
La camera di Piero metteva sul largo andito centrale dell'albergo in faccia a quella di Jeanne. Accanto a Piero dormiva Bassanelli e le due camere erano divise da un semplice assito.
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