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      Sentadiss'egli.
      Parve dibattere fra sè con qualche rotta voce, con qualche scossa del capo, con gli occhi raccolti in basso le parole da dire o il punto dal quale muovere il discorso.
      Bisognariprese finalmente ritornando al suo gesto familiare della mano alla fronte onde spremeva stentatamente le parole difficili "che La informi di qualche cosa."
      Trovata la via, continuò, un poco più sciolto, penetrato però sempre la voce e il viso quasi da un rivivere, dentro di lui, delle cose passate che narrava.
      Ricevette il viaticodiss'egli "alle cinque di stamattina, con la serenità di un angioletto, si raccolse per qualche minuto e pregò i suoi genitori di lasciarla sola con me."
      Qui don Giuseppe cinse con un braccio il collo di Piero, gli sorrise con gli occhi umidi.
      Mi parlò di Leidiss'egli. Piero si celò il viso fra le mani.
      Pareriprese don Giuseppe sospirando "che qui o gli assistenti o le infermiere, chi sa, udendola delirare, non pensando mai che potesse comprendere, abbiano parlato fra loro, in presenza sua... di cose che la poveretta non avrebbe dovuto sapere. Ha udito, ha compreso tutto, ricorda tutto, mi ha ripetuto tutto. Si figuri se non cercai di rimediare, di smentire! Mi troncò la parola in bocca. "Non dica, non dica, so che è vero. Le leggo negli occhi che è vero.' Volle sapere se quella signora fosse libera e si afflisse molto che non lo fosse. Mi domandò se credevo che Lei sarebbe venuto, che avrebbe accolto bene una parola sua di perdono e di preghiera.
      Le risposi che n'ero certo.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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