Ma se non son buono a nulla! Se non ho nč attivitā, nč testa, nč...
Don Giuseppe s'interruppe. La mano del Signore pareva essere su quel giovane, adesso. Poteva il pių guasto, il pių misero strumento dire a una tal Mano: "Con me tu non farai niente'? Le sue proteste finirono in un borbottamento di parole rotte come la sua resistenza. Intanto nč lui nč Piero si erano accorti di un reiterato bussare. La persona che bussava, non ottenendo ascolto, aperse l'uscio. I due si alzarono in piedi; entrava la marchesa, curva e nera, col cappello in testa, col velo calato. Come? Adesso, partiva? Sė, avevano pensato, suo marito e lei, per tante ragioni, di rinunciare alla ferrovia, di prendere una carrozza.
Si poteva cosė partire subito, arrivare a casa prima del sole. Detto questo con voce grave, ma tranquilla, sedette e tacque, ansando. Don Giuseppe sentė che la sua presenza in quel momento non era opportuna, uscė silenziosamente.
Piero s'inginocchiō ai piedi della suocera, le prese una mano, se la strinse sulla bocca, ed ella gli posō sul capo, ansando un po' pių di prima, l'altra mano, il muto suo perdono, la sua muta benedizione, la sua muta carezza nel nome della figliuola morta. Tutto quello che i due avevano a dirsi fu detto cosė, a lungo, a lungo, senza voce, senza moto. La vecchia signora non avrebbe voluto parlare altrimenti.
Finalmente anche per liberarsi dal timore che parlasse lui, che toccasse il passato, l'argomento abborrito, gli consigliō di andar a riposare.
Avrai il viaggiodiss'ella.
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Giuseppe Mano Piero Giuseppe
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