Ma oggi qui è successo qualche cosa che mi ha fatto paura. Stamattina fra le dieci e le dieci e mezzo, forse Loro non se ne sono accorti, Maironi è andato nella nostra chiesina dove credeva che non ci fosse nessuno, mentre invece in sagrestia v'era un inserviente. Ora l'inserviente gli ha veduto fare delle stranezze gravissime, gemere, guardar il Crocifisso con una faccia di allucinato. Lei mi dirà che anche i santi facevano cose simili. Io rispetto i santi, non voglio discutere nemmeno santa Teresa; ma crede Lei che ve ne siano ancora, santi? Ne dubito! Adesso vi è l'isterismo e vi è la manìa religiosa. Per me, quelli di stamattina erano atti di manìa religiosa; può darsi benissimo che restino sempre dentro certi limiti di tempo e di misura, ma può anche darsi che progrediscano.
E adesso Lei capisce la ragione del mio discorso. Credo proprio di aver compiuto un dovere."
Eh!
fece don Giuseppe, tristemente, a capo chino, come persona che in materia grave non ha nè può avere la certezza desiderata, ma inclinerebbe a un'opinione diversa da quella che lo fa pensoso: "Grazie".
L'altro prese congedo.
IX
Finito di recitare il rosario col marito, consigliatogli di prender sonno se poteva, accomodatogli il suo scialle sulle ginocchia, la povera vecchia marchesa si rincantuccia in un angolo della vettura chiusa e prega tuttavia. Prega per l'Elisa benchè non dubiti che sia in paradiso; e prega perchè Piero non s'inganni, perchè maturi una risoluzione che a lei pare quasi pazza. E pensa, pensa questa cosa incredibile, pensa che ne scriverà a don Giuseppe.
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