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      Don Giuseppe guardò Piero come per conoscere il suo desiderio, ma Piero non parlò. Egli rispose allora:
      Alle sette.
      I fiori delle montagne lontane rimasero nella camera dell'alcova, tristi e deserti come la donna che aveva loro spirato in segreto il suo cupo affanno. Così tanti anni prima, in quella stessa camera dell'alcova, si era infuso a recisi moribondi fiori l'affanno cupo di Luisa.
     
      IV
     
     
      Prima di coricarsi don Giuseppe scrisse alla marchesa Nene la seguente lettera:
     
      Ottima signora Marchesa,
      abbiamo deposto la diletta Sua nel campo di riposo che il santo, gentile desiderio di lei nominò. E` stato un momento solenne. Il campo, la gradinata che vi sale, l'angusta via di sotto eran gremiti di gente silenziosa, commossa. Io dissi alla Eletta del Signore poche parole come seppi, nel nome di noi ch'ella precedette nella morte, e nel nome di coloro ai quali ascese come una pia figliuola. Vidi la gente piangere per la pietà di questa giovine sconosciuta che ha scelto il loro umile Camposanto a sua ultima dimora e anche per l'affetto che tutti qui portano ancora alla memoria delle persone che le sono vicine in terra come nel cielo. Il luogo è bello, fra viti e ulivi, presso alla riva del lago. Il cielo sereno, il lago tutto lucente nel vento estivo, il gaio stormir delle frondi parevano dirci di non piangere perchè la nostra morta era nella gioia immensa della visione divina. Ricevetti oggi la Sua lettera. Creda che io stesso accolsi con certa diffidenza l'annuncio del proposito concepito da Suo genero di uscire dal mondo per abbracciare uno stato di assoluta povertà e penitenza; nè penso aver mancato al mio dovere di consigliargli riflessione, preghiere, paziente attesa di una conferma della divina Volontà. Le confesserò pure che forse, posto il suo ingegno, la cultura, la condizione sociale e questo inatteso ritorno alla fede cristiana che Iddio ha occultamente disposto, io avrei desiderato da lui un'attiva partecipazione alla vita pubblica, anche per il bene particolare di questa nostra povera patria.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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