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      La prima parte (Dio, io, la virtù ecc., l'uomo, Aristotile) si chiama soggetto: la seconda (regna, leggo, piace ecc., è ragionevole, fu dottissimo) si chiama predicato.
     
      § 4. Il soggetto dev'esser sempre un sostantivo o qualunque altra parte del discorso usata come sostantivo, p. es. il buono, il bello, il mio, il tuo, questo, quello, il vivere, il parlare, il prima, il poi ecc. ecc. Il passeggiare ricrea, questo piace, quello è brutto, il sempre rincresce ecc.
     
      § 5. Il predicato può esser di due sorte, verbale o nominale: è verbale, quando si compie nel solo verbo, p. es. Dio regna, la virtù piace, il sole illumina: è nominale, quando si compie in un nome (od altra parola che ne faccia le veci) accompagnato col verbo, p. es. l'uomo è ragionevole; il savio è re; io non sono te; tu diventi ricco.
     
      § 6. I verbi che posson aver compimento in un nome sono primieramente, fra gli intransitivi, il verbo essere; indi molti altri verbi che indicano principio, durata, cessazione, apparenza ecc. di essere; quali divenire, nascere, riuscire, restare, parere, apparire ecc. P. es. Alcuni nascono ciechi, molti restano ignoranti; i prosuntuosi pajono dotti ecc. ecc.
      Sono tali ancora quei verbi transitivi che valgono eleggere, nominare, stimare, ed altri di pari significato, i quali si compiono nel nome di quell'ufficio, di quella denominazione o qualità che ad alcuno si conferisce o si attribuisce, p. es. elegger re, nominare Giovanni, stimar dotto o ignorante ecc. o in costruzione passiva esser eletto re, esser detto o chiamato Francesco, essere stimato, creduto, riputato buono o cattivo.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Dio Aristotile Giovanni Francesco