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      § 7. AGGETTIVO IN SENSO NEUTRO. L'aggettivo, conservando la sua forma maschile singolare, può non riferirsi ad alcuna cosa determinata e indicare un concetto astratto da tradursi ora con un sostantivo astratto corrispondente, ora col nome cosa o cose, accompagnato dall'aggettivo stesso in femminile. Questo si chiama aggettivo in senso neutro, perchè non si riferisce a veruna cosa concreta o determinata. Anche qui si debbono distinguere diversi casi che accenneremo:
      l'aggettivo è preceduto dall'articolo determinato: p. es. il vero, il bello, il giusto, l'onesto, il facile, il difficile, il buono, il cattivo ecc. nel senso di la verità, la bellezza, la giustizia ecc. o in altri casi le cose vere, belle, giuste, oneste, facili, ecc. Esempii: Le donne quando arrivano a quarant'anni perdono il bello della gioventù. Libro dell'adornamento delle donne. - Il bello non è altro che una specie particolare di bene ecc. Pallavicino. - Nel più soave del sonno vi darà morte. Segneri. - Altro è il bello d'una nave, altro è il buono. Bartoli. - O per difesa del giusto o per difesa dell'ingiusto verisimile è che trovate fossero le armi. Prose Fiorentine. - Sono sospinto, molestato, e infino nel vivo trafitto. Boccaccio. - Al chiaro di luna. Manzoni. - Anche in numero plurale si adoprano eccezionalmente alcuni di questi aggettivi sostantivati, ma son pochi e rari: p. es. i particolari per le particolarità; i possibili, i veri, gli universali ecc. Sillogizzò invidiosi veri. Dante. - Non mi stenderò intorno ai particolari del negozio Caro;


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Fiorentine Caro