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      Anche qui molti esempi sono da riguardarsi come antiquati od almeno poetici; p. es. Timida pastorella mai sì presta Non torse piede innanzi a serpe acuto. Ariosto. - Ed uom che lento a suo diporto vada, Se parte mattutino, a nona giunge; cioè di mattina. Tasso. - Escon notturni e piani, cioè di notte e pianamente. Tasso. - Molto meno sarebbe da imitarsi quel modo del Pulci Se cristiana è certa, volendo dire: Se certamente è cristiana; ed altri simili, frequenti ne' poeti antichi.
     
      Quanto a simili usi di alcuni aggettivi numerali e pronomi, vedi dove si tratta di essi.
     
      § 10. L'aggettivo bello in tutti i suoi numeri e generi si adopera spesso come pleonasmo, per dare maggior forza all'espressione: ora con sostantivi o parole sostantivate; p. es. Le portò cinquecento be' fiorini d'oro. Boccaccio. - Datemi un bel sì o un bel no. Gelli. - Nel bel mezzo della Toscana. Redi: e spesso diciamo un bel giorno, una bella mattina. Ora invece si usa seguito da e con un participio passato, per significare il perfetto compimento di qualche azione; p. es. Chi facesse le macine belle e fatte legare in anella. Boccaccio. - Forse è bella e desta. Lasca. - M'avevan bello e chiappato. Salviati.
      È antiquato l'uso di bello dinanzi a un infinito; p. es. Il tuo gentil marito si potrebbe bello e morire. Firenzuola.
     
      CAPITOLO III
     
      Osservazioni sui gradi dell'aggettivo.
      (Gramm., Parte II, cap. VIII)
     
      § 1. COMPARATIVO. Il paragone, espresso dal grado comparativo, può farsi in tre modi: 1° fra due soggetti in una qualità o proprietà comune a tutti e due; p. es.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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