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      Altre poche volte l'accrescitivo in ona ha più grazia, e però si preferisce, come donnona e femminona (donnone e femminone terrebbero del mostruoso), ariona (una bella ariona, cioè, fisonomia aperta e maestosa), scarsellona ecc.
     
      § 8. In generale i nomi alterati maschili hanno più forza dei femminili; esprimono cioè un'alterazione maggiore, e talora acquistano anche un significato tutto particolare: p. es. stanzino dice una stanza assai più piccola che stanzina, tantochè è venuto a significare anche la piccola stanza dell'agiamento; scarpino ha senso diminutivo più che scarpina; gonnellino più che gonnellina; casino più che casina, e indica eziandio una casa da giuoco, bocchino più che bocchina e ritrae meglio il vezzeggiativo. Sacchetto è più piccolo di sacchetta, come taschino di taschina, e cassetto di cassetta. Talora l'alterato femminile (anche fuori del suffisso ona) manca, come da casa non si fa casotta, ma casotto; da lampana non si fa lampanina, ma lampanino; da cuffia, cuffiotto; da porta (con s intensiva) sportello.
     
      § 9. DIFFERENZA DI SENSO NEI NOMI ALTERATI. Fra le diverse alterazioni d'uno stesso nome vi ha spesso una differenza di significato più convenzionale che ragionevole; la quale non si può apprendere che dall'uso del popolo toscano e dai vocabolarii. Noi rimettendoci a questi sussidii, ne daremo pur qualche esempio, per mostrare in generale una delle più singolari proprietà di nostra lingua.
      Campana. Campanella, più di rado campanetta, indica una campana piccola, ma non tanto, che non serva ai medesimi uffici della campana grande, cioè o all'uso d'una chiesa o d'una comunità; e da campanella si fa campanellina: campanello è una campana più piccola, con manico che si suona o può sonarsi a mano, e se ne fa campanellino e campanelluccio.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500