Ciò accade specialmente:
dove siano più persone a contrasto o in vicendevole corrispondenza; p. es. Se esso Adamo fu nobile, tutti siamo nobili, e se lui fu vile, tutti siamo vili. Dante. - Prese la corona del ferro lui e la donna sua. Compagni. - Claudio prese la fanciulla e menavala via: lei s'atteneva al padre abbracciando e gridando. Ser Giovanni Fiorentino;
dove si debba ben distinguere e separare una persona dalle altre; p. es. Quello che lui dice, a tutti è legge. Dante. - Iddio, come tu vedi, è bene signore lui, ed è ricchissimo. Fra Giordano;
in generale, quando il soggetto sia posposto al verbo; p. es. Lasciamo fare a quello lassù. Non volete che sappia trovar lui il bandolo d'ajutarci? Manzoni. - Spiccava tra questi ed era lui stesso spettacolo, un vecchio mal vissuto. Manzoni. - Il fidarsi che anche senza licenziar la femmina si sarebbe potuto lui preservare entro i termini dell'onesto, fu la cagione di questa variazione sì luttuosa. Segneri;
quando si sottintende il verbo essere: P. es. Lui ricco, lui giovane, lui rispettato, lui corteggiato. Manzoni.
dopo anche, neanche, nemmeno e simili forme avverbiali; p. es. Proferendo queste parole non sapeva nemmen lui se faceva una promessa o un complimento. Manzoni. - Messasi ancor lei a sedere. Bembo.
§ 7. Loro invece di eglino, elleno si usa regolarmente davanti al plurale signori, signore (quando si rivolge il discorso a più persone); e davanti ai numeri cardinali. P. es. Trascrivere qualcosa, perchè lor signori la correggano.
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Adamo Giovanni Fiorentino Giordano
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