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      Il secondo gli ha a proprio favore una ragione assai buona; cioè che loro (nel senso di a loro) con cui i libri lo sostituiscono, non è congiuntiva, ma, per quanto si accorci in lor premesso al verbo, resta sempre una forma assoluta e pesante, ed in certi casi insopportabile, come quando si trova vicino ad un altro loro. P. es. in questo luogo del Crescenzio: E allora gli s'accosti (a' vitelli) il bifolco con dolci lusinghe, e porgendo loro dilettevoli cose ecc. gli brancichi dolcemente le nari (le narici) la ripetizione di loro tre volte sonerebbe male. Peggio starebbe loro unito ad un altro pronome (come lo, la, le); p. es. accostatomi ai fanciulli, presi delle frutta e le diedi loro. In quest'ultimo caso sarà da preferirei anche pel plurale e in qualunque genere la forma composta glielo, gliela, gliele, gliene (vedi Gramm., II, XIII, 6). Negli altri casi gli per a loro si userà come eccezione, solo quando lo stil familiare del discorso o il buon suono o la naturalezza del costrutto pajano richiederlo, e soprattutto quando non ne segua equivoco.
      Nel verso, tanto in rima, che fuor di rima, si usano spesso le forme assolute, ove, secondo il senso, dovrebbero stare le congiuntive. Io dissi lui (per gli dissi): quanto posso ven preco (ve ne prego). Dante. - E con la faccia in giù stesa sul letto Bagnandolo di pianto dicea lui (per gli dicea). Ariosto. - A lei concedi La non caduca gioventù de' Numi. Monti.
     
      § 11. FORME SOGGETTIVE ORA ESPRESSE, OR SOTTINTESE. Le forme soggettive dei pronomi personali si omettono per lo più davanti al verbo, ove però la chiarezza o la forza del discorso non le richiedano.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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